La dislessia è un disturbo specifico dell’apprendimento che si manifesta in diversi aspetti della quotidianità tra cui, in particolare, l’ambito della lettura, con una difficoltà nella decodifica del testo, ed ha un forte impatto nell’esperienza scolastica di bambini e ragazzi.
Dalle prime difficoltà di lettura, che oggi si possono valutare anche grazie allo screening digitale gratuito Dislessia Online, fino alla certificazione di DSA, quali sono i dati relativi all’universo della scuola?
La dislessia nella scuola italiana
L’ultimo report fornito dal MIUR per l’anno scolastico 2016/2017 ci dice che gli alunni con Disturbi Specifici di Apprendimento (dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia) in ambito scolastico sono circa 254,600 su 8.660.574 studenti totali. Come evidenziato anche dall’Associazione Italiana Dislessia, questo dato deve essere letto alla luce di due fattori:
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durante gli anni della scuola dell’infanzia è più difficile rilevare la presenza di questi disturbi, e soltanto i casi più evidenti vengono intercettati: non vi è, infatti, una vera e propria formazione su scrittura e calcolo, che vengono introdotti, come vera e propria materia di studio, solo durante la scuola primaria;
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in tale percorso scolastico, si potrà giungere ad una certificazione di dislessia non prima del terzo anno di scuola (fino ad allora si potrà avere, nei casi sospetti, una pre-diagnosi che richiederà poi ulteriori step di verifica nel corso del tempo).
Il ruolo della scuola nell’intercettazione di queste difficoltà di lettura è fondamentale, come rilevato anche dalla Legge n. 170 dell’8 ottobre 2010, Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico e relative Linee Guida.
A tale fine, infatti, sono previsti programmi di formazione del personale docente e dirigenziale sul tema dei DSA, per una prima individuazione delle difficoltà a cui potrà seguire una certificazione da parte degli specialisti medici. Il progetto Dislessia Amica, realizzato dall'Associazione Italiana Dislessia con Fondazione TIM, ha portato alla formazione degli insegnanti e alla certificazione delle scuole proprio per fornire loro gli strumenti necessari a questo scopo.
La legge 170/2010 prevede inoltre l’utilizzo di strategie di apprendimento e metodologie didattiche individualizzate con strumenti compensativi e misure dispensative (ad esempio, mappe concettuali ed audiolibri) così da valorizzare il potenziale di ogni studente lungo tutto l’arco della vita scolastica, dall’infanzia alla secondaria di II grado, nonché nello studio delle lingue straniere.
I dati su scuole inglesi e dislessia
Secondo le recenti ricerche, i disturbi di apprendimento colpiscono circa il 3% degli alunni italiani, dunque una probabilità che ci sia, in media, un bambino o ragazzo con DSA per classe di 25 studenti.
I dati riguardanti la scuola in Inghilterra, invece, ci dicono che per ogni classe ci sono in media tre bambini con dislessia (pari a circa 1,2 milioni di bambini). In questo contesto educativo, sono gli stessi insegnanti a segnalare, da una parte, la mancanza di formazione (o non ne hanno ricevuta o ne hanno avuta per meno di mezza giornata nel corso del loro percorso di preparazione) oltre a porre l’accento sull’importanza di poter identificare e supportare gli studenti con dislessia presenti nelle loro classi.
È dunque un ruolo chiave, quello della scuola, nel percorso del bambino e ragazzo dislessico che fin dal primo momento deve essere riconosciuto e incentivato allo studio in maniera positiva ed inclusiva. L’approccio ai libri e alla scrittura deve essere modellato sul suo profilo così da dare la possibilità di formarsi non soltanto per la scuola, ma per la vita.