Status del progetto
100%
Data di partenza
11.2014
Durata
18 mesi
Valore del contributo 139.984€
€ 139.984
Rivalutare la valle delle cartiere di Toscolano Maderno
Riscoprire l’antico mestiere del cartaio e per far conoscere ai più giovani, attraverso corsi di formazione, le attività connesse alla carta, come la calligrafia
Status del progetto
100%
Data di partenza
11.2014
Durata
18 mesi
Valore del contributo 139.984€
€ 139.984
Il nostro partner
La Fondazione Valle delle Cartiere è un ente non profit nato per promuovere e tutelare le attività tradizionali di produzione cartaria, come avvenute nella Valle delle Cartiere di Toscolano Maderno (BS), sul Lago di Garda, fin dal XIV sec. La Fondazione, che è composta dal Comune di Toscolano Maderno e, in minor parte, dai Cartai Anziani e da Burgo Group, ha sede presso l’antica cartiera di Maìna Inferiore, oggi chiamata “Museo della Carta”, dove svolge attività didattiche, partecipative, produce carta, promuove studi e progetti.
Area di intervento - bene invisibile da valorizzare
L’ex cartiera di Maìna Inferiore si trova a Toscolano Maderno (BS), lungo una valle fluviale afferente al Lago di Garda ed ospita un gruppo di anziani mastri cartai che tiene in vita la produzione di carta artigianale. Oggi questa vecchia cartiera abbandonata è un centro museale che racconta la storia della Valle delle Cartiere, luogo di pregio dove già a partire dal XIV secolo si stabilirono decine e decine di piccole attività produttive che fecero della maestria cartaria una tradizione tramandatasi nel corso delle generazioni. La mancanza di turn over giovanile ed il minore impatto economico-sociale del comparto cartario nel territorio, mettono a rischio la sopravvivenza di tale attività la cui riscoperta potrebbe avere importanti risvolti nell’ottica dello sviluppo occupazionale.
Descrizione e obiettivi del progetto
Il progetto si articola in fasi. Una fase di ricerca con l’obiettivo di raccogliere ed organizzare materiale formativo rivolto ad aspiranti apprendisti. Una fase di formazione, propedeutica a quella di produzione, con l’istituzione - in collaborazione con i Mastri Cartai di Toscolano di Fabriano (AN) e all’Associazione Calligrafica Italiana - della “Scuola della Carta” che avrà lo scopo di preparare i “nuovi artigiani della carta”, mastri cartai, calligrafi e decoratori necessari alla produzione, finitura e al packaging del prodotto. Una fase di comunicazione e vendita in cui la “Carta di Toscolano” e la sua storia verranno promosse attraverso un linguaggio moderno e 2.0: logo e linea grafica, video promozionali, fotografia 3D, still-life, concorsi per il lancio promozionale e un percorso touch screen, all’interno dell’ex cartiera, in grado di raccontare la carta e la sua produzione.
Utilizzo innovativo delle tecnologie
Il progetto prevede la realizzazione di un portale multilingua che contiene un catalogo di prodotti “fatti a mano” proposti attraverso percorsi visivi evoluti (fotografia still life a 360 gradi) e spot promozionali ed una sezione e-commerce che consente di scegliere prodotto e personalizzazioni desiderate da realizzarsi dagli artigiani. Accanto al sito è stata realizzata anche una App che racconta la carta e la storia dell'ex cartiera attraverso esperienze touch screen e tour virtuali. L’App contiene anche una sezione dedicata ai Musei della Carta nazionali, con cui viene attivata una rete di collaborazione. Infine, i turisti possono vivere un tour virtuale della ex cartiera realizzato con moderne tecniche di ripresa (GoPro, black magic, droni).
È del 17 ottobre 1381 la convenzione tra i comuni di Maderno e Toscolano con la quale si fissano in nove punti le norme per la suddivisione e l’utilizzo delle acque del fiume.
In essa si fa riferimento per la prima volta ad una cartiera detta dei Bellinzani, situata presso il ponte di Toscolano, dove fino al 2000 esisteva la cartiera Vetturi, funzionante fino al 1993, e dove oggi si trova l’edificio del municipio:
«... quod licitum sit dictis communi et hominibus de Materno (...) facere, et fieri facere a Clusa Fullorum a papiro qui appellantur fulli Bellinzani ...»
Questo follo utilizzava la metà dell’acqua del fiume, di diritto del comune di Maderno, che era lasciata defluire dalla travata delle Garde ed era convogliata al follo mediante una chiusa detta dei Folli a papiro (in documenti più tardi è detta chiusa dei Bellinzani, costruita subito a valle della chiusa delle Garde). Quindi, nel 1381 era già attiva una cartiera a Toscolano, non si sa bene, però, da quando.
Sono state avanzate dagli storici alcune ipotesi costruite sulla presenza dei Domenicani alla Religione già dal secolo precedente (Guerrini, Lonati) o sulla tradizione popolare (Fossati) che anticipano alla fine del Duecento o all’inizio del Trecento la nascita dell’industria cartaria sulle sponde del Toscolano. Ma mancano le fonti documentarie a sostegno di tali congetture.
Riferimenti espliciti sulla presenza a Toscolano di cartiere, o meglio di cartai, prima del 1381 si trovano in alcuni documenti conservati nell’Archivio di Stato di Milano:
«... domina Mora quondam Zavere de Gayno et uxor Belenzani Lafranchini Cartarii, habitator dicte ville de Grezenico de Tusculano...»
vende alla Religione la metà indivisa di un appezzamento di terra in contrada delle Garde2.
Il documento è datato 9 marzo 1352, l’anno successivo alla costruzione della seriola di Toscolano alle Garde3; e ancora, gli stessi Lafranchini, in documenti precedenti sono citati tra i confinanti di case di proprietà dei frati.
Una storia fatta di acqua, cellulosa e tanta passione: i mastri cartai della Vecchia Cartiera di Maina Inferiore sono pronti a farci riscoprire e rivivere la maestria artigiana.
Toscolano 1381: una carta, una storia, un futuro vuole tutelare e promuovere la storia e le attività custodite nella vecchia cartiera di Maìna Inferiore, una ex fabbrica incastonata nel cuore della Valle delle Cartiere, fra piante di ulivo e limonaie, a Toscolano Maderno, Comune rivierasco legato da sempre alla storia della carta.
La Fondazione Valle delle Cartiere, insieme ad eccellenti partner come l’Associazione Calligrafica Italiana e l’Accademia di Belle Arti “Santa Giulia” di Brescia, vuole con questo progetto scommettere su un luogo della tradizione a rischio di scomparsa, per far rivivere quelle maestrie artigianali che portarono la Carta di Toscolano ad essere conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo e sulla cui riscoperta la Fondazione vuole credere.
Con questo progetto le abilità manuali, le caratteristiche produttive, i segreti gelosamente custoditi dai mastri cartai saranno tramandati alle nuove generazioni grazie all’avvio di una “Scuola della Carta” che, oltre alla professione di cartaio, insegnerà le tecniche della rilegatura, della calligrafia e svilupperà percorsi di design ed arte che coinvolgeranno studenti da tutta Italia, per valorizzare questo antico centro produttivo, gioiello della Valle delle Cartiere.
Grazie alla Scuola e agli scambi culturali con altri centri della tradizione cartaria, come il famoso Museo della Carta di Fabriano, nell’ex cartiera di Maìna Inferiore gli studenti accademici e delle scuole tecniche impareranno una professione e le abilità necessarie a realizzare quel prodotto di qualità, la carta artigianale di Toscolano, che rischia di scomparire.
Il progetto non è una semplice rievocazione di un antico mestiere, ma piuttosto un programma concreto di rinascita produttiva del piccolo centro cartario, con un percorso di formazione realizzato insieme agli esperti del settore che possa offrire uno sbocco occupazionale per il domani, partendo da una professione di ieri. I prodotti realizzati nell’antica cartiera verranno quindi inseriti sul mercato grazie alla collaborazione con un partner commerciale e al progetto tecnologico che sarà sviluppato. Con un linguaggio moderno e con l’utilizzo delle nuove tecniche di comunicazione mediatica la Carta di Toscolano verrà raccontata al mondo: fotografia 3D, grafica web con enfasi sull’esperienza touch-screen,percorsi sensoriali, contest per giovani video maker, un e-shop multilingua ed una App dedicata alla Carta Artigianale che metta in rete i musei della carta nazionali, raccontando storie e percorsi diversi ma al tempo stesso un prodotto comune.
LA STORIA
La località Maina costituisce il tratto centrale della Valle delle Cartiere. Al suo nome, che pare derivare da una contrazione del nome màcina o màtina, è tradizionalmente accostato il determinativo di Inferiore, di Mezzo e Superiore per distinguere le zone nelle quali la località si articola e che si incontrano in sequenza risalendo la Valle.
Fino al 1928, quando Toscolano e Maderno vennero riuniti in un'unica entità amministrativa, Maina Inferiore è stata storicamente il fulcro di una rete di percorsi che collegavano la valle agli abitanti vicini.
Oltre al “Sentiero delle Assi”, cui subentrò negli anni Settanta del 1800 l’attuale “Strada delle Cartiere”, che lambisce la cartiera raccordandosi ad essa con un ponticello, Maina Inferiore era raggiunta da una diramazione della “Strada di Maina” (che conduce da un lato a San Martino e dall’altro a Seasso); sul versante opposto invece, all’altezza di Maina Inferiore, si trovava il raccordo fra il percorso di fondovalle e la “Strada comunale detta di Lupo” che si connetteva più in alto con i sentieri di Gaino.
A seguito di indagine conoscitiva, utile per una corretta impostazione progettuale per il recupero funzionale di Maina Inferiore, si è deciso di procedere all’esecuzione del rilievo geometrico e della lettura stratigrafica degli alzati, effettuata dal prof. Gianpietro Brogiolo (Università di Padova), con i quali si sono potuti individuare i periodi storici di appartenenza dei vari corpi di fabbrica. Si può pertanto stabilire con certezza che il nucleo più antico risale alla fine del XV inizio XVI secolo, mentre l’edificio principale appartiene al secondo periodo, risalente al XVII – XVIII secolo, fino ad arrivare alla costruzione del corpo a monte e quelli più piccoli posti sulla sponda del torrente, risalenti all’ultimo quarto del XIX secolo, mentre la ciminiera, alta 33 metri, fu costruita dopo il 1905.
Questo studio viene suffragato dalle mappe presenti nel catasto napoleonico e austriaco che raffigurano la cartiere di Maina Inferiore costituita da due corpi principali che si affacciano sul torrente. Tale fisionomia è documentata anche da incisioni che offrono informazioni preziose sulla conformazione del complesso produttivo e testimoniano la presenza delle veneziane in legno per l’asciugatura dei fogli ai piani superiori.
La fabbrica subì negli anni ‘70 dell’Ottocento interventi sostanziali di ampliamento e ammodernamento con la costruzione di un corpo a monte e della contigua ciminiera, interventi necessari per attivare la seconda macchina continua della Valle (la prima fu introdotta nel 1875 nella cartiera di Maina Superiore).
Fonti documentali testimoniano, a fine Ottocento e poi anche nella mappa catastale del 1898, che l’edificio della portineria era in grado di ospitare continuativamente un custode, inoltre vi erano spazi di servizio, abitazione e studio riservato per il direttore e una cucina per gli operai. Oltre alle sale che ospitavano il completo ciclo produttivo, la cartiera era dotata di magazzini, una fucina e una bottega da falegname.
Fra le macchine installate si distinguevano 5 olandesi e una macchina continua, due caldaie a vapore e una dinamo. Nell’ampia produzione ricoprivano un ruolo rilevante le carte colorate.
La cartiera mantenne la sua attività fino al 1962, è quindi l’ultima cartiera in Valle a concludere la sua produzione. La sua longevità ha consentito di conservare l’unica ciminiera rimasta intatta tra le numerose che popolavano la valle, ma soprattutto ha permesso di cogliere ancora la memoria degli ex dipendenti in modo da ricostruirne la distribuzione delle funzioni produttive nei diversi ambienti.
Il progetto di recupero si ispira a criteri innovativi e ha il fine di rilevare la continuità fra la vocazione produttiva e la rappresentatività architettonica e paesistica del luogo da un lato e, dall’altro, la destinazione che se ne è delineata, quale Centro di eccellenza in grado di offrire non solo momenti conoscitivi per la ricostruzione del passato produttivo e dell’identità del sito, ma anche di garantire – sia pure entro un contesto e con obiettivi nuovi - il prosieguo di attività produttive e formative.
Non si dimentichi inoltre che l’intera Valle costituisce una straordinaria testimonianza di archeologia industriale e parco naturalistico che ne fanno uno dei più pregevoli siti di museo all’aperto (Open air museum, Freilichtmuseum) a livello non solo nazionale ma anche europeo.