Quanto vale il settore culturale in Italia? Secondo il rapporto "Io sono cultura - l'Italia delle qualità e della bellezza sfida la crisi" nel 2013 la cultura ha mosso nel nostro Paese 214 milioni di euro (il 15,3% del valore aggiunto nazionale) e l'export ha un attivo di 25 miliardi.
Nel pieno della crisi c'è un settore che sembra ancora reggere in Italia: la cultura.
Secondo il rapporto di Fondazione Symbola e Unioncamere, per ogni euro investito il ritorno è di 1,67 euro.
Lo studio rivela anche quali sono le province e le regioni più produttive dal punto di vista dell'economia della cultura.
Di grande significato i numeri legati all'export del Made in Italy: durante la crisi è cresciuto del 35%, passando dai 30,7 miliardi del 2009 ai 41,6 del 2013.
Per Ermete Realacci, Presidente di Symbola:
«Non si tratta solo di valutazioni economiche. Queste cifre, e le tante storie che ci sono dietro e che potete leggere nella ricerca, sono una bussola: mentre cerchiamo faticosamente di rialzarci e sanare le ferite inferte dalla crisi, ci indicano la direzione che deve prendere il Paese. […] La cultura non è solo il racconto di quello che siamo stati, la chiave preziosa per capire il nostro difficile presente. La cultura è quello che ci permetterà, che permetterà all'Italia se non tradirà la sua anima, di affrontare e vincere le battaglie difficili che la aspettano, di conquistarsi un futuro alla sua altezza. Per farcela, l'Italia deve fare l'Italia.»
Uno dei maggiori beneficiari dell'effetto traino che la cultura ha sull'economia nazionale è il turismo.
Il turista culturale che soggiorna in Italia, ad esempio, è più propenso a spendere: del totale della spesa dei turisti nel nostro Paese, 73 miliardi di euro nel 2013, il 36,5% è legato proprio alle industrie culturali. E al richiamo della cultura, della bellezza e della qualità sono con ogni probabilità legate le ottime performance nazionali nel turismo.
L'intreccio tra bellezza, creatività, innovazione, saperi artigiani e manifattura ha fatto di Arezzo la propria capitale. La provincia aretina si conferma al primo posto sia per valore aggiunto, che per occupati legati alle industrie culturali.
Quanto alle macroaree geografiche, è il Centro a fare la parte del leone: cultura e creatività producono un valore aggiunto di 18,7 miliardi di euro (6,2% del totale della locale economia valore aggiunto).
Infine, le regioni: in testa alla classifica per incidenza del valore aggiunto di cultura e creatività sul totale dell'economia ci sono Lazio (6,8%), Marche (6,5%), Veneto (6,3%) e Lombardia (6,2%).
Considerando, invece, l'incidenza dell'occupazione delle industrie culturali sul totale dell'economia regionale, la classifica subisce qualche variazione: in vetta ci sono le Marche (7,1%), segue il Veneto (7%) e poi Lazio, Toscana e Friuli Venezia Giulia.
Chiudiamo con le parole di Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere, che definisce la cultura il "combustibile per la ripresa":
«I territori e le loro imprese rappresentano l'immagine del nostro Paese nel mondo intero: il nostro primo giacimento, capace di produrre ricchezza, lavoro e benessere per le comunità locali.»