Alcuni artisti si sono concentrati su nuovi album, altri hanno esplorato l’unica strada percorribile, quella digitale, del live streaming. Resta che l’industria musicale dei live, in un solo anno ha perso oltre trenta miliardi di dollari su scala globale. Ai danni di questo settore si aggiungono quelli relativi al mancato versamento dei diritti d’autore e connessi con la chiusura di esercizi commerciali e altri luoghi di aggregazione (SIAE stima un ammanco di circa 200 milioni di euro per il 2020 per autori ed editori musicali).
La musica dal vivo nella nuova normalità non solo dipenderà come sempre da fenomeni esogeni, ma sarà sicuramente caratterizzata dall’incertezza sulla partecipazione e sulle modalità di svolgimento. L’applicazione delle tecnologie digitali può supportare l’organizzazione in tal senso: ripensare i processi del settore della musica dal vivo vuol dire, da una parte contrastare il mercato parallelo di vendita dei biglietti, dall’altra migliorare l’esperienza per fidelizzare i fan ed efficientare i servizi durante gli eventi.
Quello musicale resta uno degli ambiti della produzione creativa con maggiori potenzialità e margini di trasformazioni virtuose. Dal punto di vista della musica live, la valorizzazione dei piccoli-medi eventi e una concezione dei festival più flessibile e integrata con il turismo, anche come terreno per sperimentare nuovi format (incluse le residenze, i palazzi nobiliari come da tempo avviene nell’arte e nelle performing arts) appaiono come una strada praticabile, capace di associare un discorso di puro intrattenimento a un altro, più composito e sulla lunga distanza, di sviluppo socio-culturale (oltre che economico).
Fondazione TIM attraverso il bando … di nuovo musica, Maestro! si propone di dare uno stimolo alla creazione di nuove modalità di fruizione della musica dal vivo.
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