Si è tenuto a Napoli, il 15 e 16 maggio scorso, il XV Congresso Nazionale AID che ha visto coinvolti molti esperti che ogni giorno studiano e lavorano per proporre soluzioni innovative, per superare le difficoltà dei DSA e sostenerli nel loro percorso scolastico.
Sono stati oltre 700 i partecipanti al XV Congresso Nazionale AID che ha sottolineato il ruolo centrale della scuola per tutelare il diritto all’apprendimento e al successo formativo delle persone con DSA.
Nella due giorni di Napoli, è stata condivisa la necessità di incrementare la competenza organizzativa e gestionale della scuola per realizzare ambienti di apprendimento inclusivi e per favorire la sensibilizzazione e la collaborazione produttiva scuola-famiglia, fattore di protezione per i nostri studenti.
In Italia oggi esistono tante buone prassi, ma molto spesso si tratta di fenomeni isolati, lasciati alla volontà di singole scuole o singoli insegnanti: nasce, così, la necessità di implementare le pratiche rivelatesi efficaci, facendo in modo di portarle a sistema e diffonderle.
Purtroppo, a 5 anni dall’emanazione della Legge 170, ancora oggi la tematica della dislessia non è adeguatamente compresa; la valutazione personalizzata fatica ad essere tradotta in Piani Didattici Personalizzati (PDP) e non appare ancora chiaro il ruolo delle compensazioni, avvertite semplicemente come facilitazioni.
Troppo spesso, infatti, i docenti considerano gli strumenti compensativi come strumenti da “concedere” e non come competenze strategiche da sviluppare negli studenti per aggirare gli ostacoli legati alle loro caratteristiche di apprendimento.
I risultati del Congresso sono alla base di una nuova progettualità che AID (Associazione Italiana Dislessia) vuole portare avanti e diffondere.
Dislessia Amica (questo il nome del progetto) verrà realizzato anche in collaborazione con Fondazione Telecom Italia che si è impegnata proprio a Napoli a sostenere AID, in continuità con quanto fatto negli ultimi anni.
«La nostra partnership con AID intende produrre in Italia un cambiamento culturale verso la dislessia utilizzando gli strumenti digitali nell’affrontare il disagio sin dall’età scolare, grazie a screening rapidi ed efficaci. Attraverso tecnologie innovative desideriamo anche aiutare le scuole e le famiglie nelle loro scelte, al fine di affrontare la dislessia senza timori ed in modo consapevole.»
Marcella Logli, Direttore Generale Fondazione Telecom Italia
l progetto mira a intervenire in ambito scolastico con percorsi di formazione avanzata, indirizzati a docenti e dirigenti, per realizzare ambienti più inclusivi per valorizzare le differenze e non marcarle ulteriormente.
È necessario, inoltre, prendersi cura dell’infrastruttura digitale a scuola e dell’integrazione delle nuove tecnologie nella didattica.
Tutte le ricerche, d’altronde, sottolineano il ruolo importante dei mezzi e strumenti tecnologici e multimediali che, se integrati con le strategie pedagogiche e didattiche, possono essere determinanti per migliorare l'apprendimento.
L’obiettivo principale è quello di far diventare tali strumenti parte strutturale delle nostre scuole, mediatori in grado di sostenere, integrare e potenziare la didattica privilegiandone un approccio attivo, basato su compiti aperti che mirino alla personalizzazione dei percorsi di apprendimento.
Un altro elemento importante è la diffusione del libro digitale, uno strumento per abbattere le barriere di accesso all’apprendimento e per superare la sua attuale condizione di semplice strumento compensativo da usare solo per lo studente con DSA: il libro digitale può diventare, infatti, un mezzo di apprendimento inclusivo per tutta la classe.
Per ulteriori informazioni sulle attività di AID visitate il sito: http://www.aiditalia.org/.