Questi sono alcuni dei numeri del Bando "Beni invisibili. Luoghi e maestria delle tradizioni artigianali" lanciato nel 2013.
Un successo che non ci aspettavamo, ma che ci ha dimostrato quanto sia viva nel nostro Paese la voglia di ridare forza al nostro passato, alle maestranze, al lavoro artigiano, che ci ha resi famosi in tutto il mondo e che da tutto il mondo ancora oggi richiama turisti e amanti del "made in Italy".
L'analisi dei progetti è stata accurata, ha richiesto molte settimane di lavoro, ma dopo un rigoroso controllo del Comitato Scientifico della Fondazione, sono stati selezionati gli 8 progetti che verranno sviluppati.
Presto sul nostro sito tutti i dettagli per ognuno di questi interessanti progetti, intanto eccovi una breve descrizione per cominciare ad entrare nel mondo dei nostri grandi artigiani.
TessArt'è
Fondazione Genti d'Abruzzo
Una storia antica, che affonda le sue radici in un Abruzzo che ormai in pochi conoscono. Una storia fatta di fili colorati che le sapienti mani degli artigiani del luogo tessevano per dare forma a tessuti artistici unici, ricchi di colori e decori, che affondano le loro radici nella tradizione dell'arte tintoria e figurativa locale. Complice il tempo che scorre inesorabile, la produzione di tessuti artistici oggi è pressoché scomparsa. Non esiste, infatti, un sistema capace di mettere in rete coloro che detengono il sapere artigiano con i giovani locali, desiderosi di formarsi e donare nuova linfa a queste professionalità, per il settore artistico e per la moda.
Con TessArt'è la Fondazione Genti d'Abruzzo vuole far riscoprire a tutti, giovani e meno giovani, la propria tradizione artigianale e culturale, per riappropriarsene e trasmettere la maestria che ha reso famose le produzioni tessili artistiche abruzzesi negli anni passati.
Il progetto è diviso in più fasi, ognuna delle quali mette insieme tradizione e innovazione: dalla ricerca, riscoperta e riappropriazione della tradizione alla formazione di maestranze specializzate, dalla revisione della produzione tessile attraverso modelli di gestione responsabile ed ecosostenibile alla promozione della tessitura artistica attraverso i più nuovi mezzi di comunicazione web e social.
Il sito web che verrà realizzato, interamente dedicato a TessArt'è, promuoverà i prodotti dell'artigianato abruzzese e metterà in rete gli enti e le realtà produttive coinvolti, per dare modo a tutti i giovani di approfondire il lavoro artigianale e, perché no, di fare della produzione di tessuti artistici il proprio mestiere e quindi il proprio futuro.
E non solo. Potremo tutti scoprire la ricchezza della maestria artigiana abruzzese attraverso un'App georeferenziata che ci racconterà l’intera filiera produttiva artigianale e ci darà la possibilità di conoscere e ammirare i tessuti prodotti direttamente dal nostro smartphone o tablet. Sarà realizzato, infine, un catalogo-ebook della mostra, realizzata presso il Museo delle Genti d'Abruzzo, con prodotti audiovisivi documentaristici messi a disposizione dei visitatori e delle scuole.
AMICA - AMbienti virtuali Immersivi per la Comunicazione delle maestrie dell'Artigianato
Scuola Superiore Sant'Anna
"Patria del Rinascimento", la Toscana ospita da sempre artisti ed artigiani celebri in tutto il mondo per la maestria con cui hanno creato, dando forma a gioielli unici. Brunelleschi, Donatello, Masaccio sono solo alcuni dei nomi illustri che hanno reso celebre questa terra ricca d'arte e di passione.
Oggi questa maestria artigiana torna ad essere protagonista anche grazie al progetto della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa che vuole sperimentare soluzioni innovative e tecnologiche come strumento di didattica e divulgazione di tali maestrie, fornendo ai giovani strumenti di conoscenza e studio più avanzati.
Si è partiti recentemente da Viareggio, dove la Galleria di Arte Moderna e Contemporanea (GAMC) ha inaugurato il Centro Internazionale della Grafica d'Arte 2RCGAMC presso il quale è stato attivato un Master sulle tecniche di stampa d'arte, in collaborazione con l'Accademia di Belle Arti di Firenze, che tratta le tecniche artigianali e tradizionali dell'incisione.
Adesso, con il progetto AMICA, si vuole portare avanti questa attività e definire una metodologia di conservazione digitale per la documentazione e la trasmissione del patrimonio culturale dell'arte dell'incisione, replicabile per altri settori dell'artigianato e in altri scenari di riferimento. Il progetto vuole inoltre realizzare un sistema di fruizione digitale, basata sulla realtà virtuale immersiva, per la valorizzazione di tali attività artigianali e per la formazione di nuove figure professionali.
Il nuovo sistema di visualizzazione immersivo consentirà al visitatore di intraprendere un percorso virtuale interattivo, mirato alla comunicazione delle tecniche tradizionali di incisione.
Infine, verrà messa a punto un'installazione di realtà virtuale per l'esposizione museale e per la formazione sperimentale con la creazione di una serie di “sottoprodotti” utilizzabili anche indipendentemente (prodotti audiovisivi e modelli tridimensionali) e un sito web per la disseminazione delle attività del progetto e la creazione di una comunità di interessati.
Shoe Style Lab - Storia e innovazione della scarpa a Vigevano
Comune di Vigevano
Vigevano, la "Bella Addormentata". Come risvegliarla?
Questa è la domanda che si è posto il Comune della città lombarda famosa in tutto il mondo per uno degli oggetti più amati dalle donne: la scarpa.
Vigevano è stata infatti nel corso degli anni il simbolo della calzatura di qualità ed oggi ha bisogno di riaprire gli occhi e guardare lontano.
E per costruire il futuro non si poteva che partire dal glorioso passato: il Museo della Calzatura, in cui i più celebri designer internazionali della moda e della calzatura dell’ultimo secolo sono presenti con le loro creazioni.
Qui è stato inventato negli Anni ’50 il tacco a spillo. Qui i grandi della scuola parigina, gli italiani e numerosi altri stranieri hanno voluto produrre e producono tuttora le loro collezioni. Eppure, il suo enorme patrimonio di stile, eleganza e costume - custodito nel Museo Internazionale della Calzatura "Pietro Bertolini" - è stato fino ad oggi un "bene invisibile", poco conosciuto e solo in piccolissima parte esposto al pubblico.
Il futuro immaginato parte dallo ShoeStyle Lab, luogo d’incontro tra la maestria artigiana, la cultura del bello e l’opportunità di sperimentazione offerta dalle nuove tecnologie multimediali. Questo progetto preveder di creare a Vigevano, all’interno del Castello e nei locali del Museo della Calzatura, un Fab Lab della creatività calzaturiera, pensato per dare modo a studenti del settore, designer, ma anche a semplici appassionati della calzatura, di realizzare in concreto i propri sogni creativi.
Per farlo potranno trarre ispirazione dalla preziosa collezione storica del Museo, che diventerà il "motore" per sperimentare un nuovo modo di ideare e realizzare le calzature. Il modello d'intervento dello ShoeStyle Lab favorisce il confronto generazionale(tradizione artigiana e giovani stilisti), fornendo ai giovani talenti gli strumenti e le competenze necessari per emergere grazie anche alla possibilità di realizzare il prototipo dei propri modelli attraverso un network di aziende qualificate e di provata esperienza.
«Sulla strada per realizzare questo obiettivo abbiamo incontrato il Bando di Fondazione Telecom Italia "Beni Invisibili. Luoghi e maestria delle tradizioni artigianali", che già nel titolo corrisponde alle nostre necessità nell'intento di far dialogare la creatività, la tradizione artigiana e i beni culturali.
Questo progetto è l'opportunità per Vigevano di tornare a fare le scarpe a tutto il mondo.»
Alessandro Mazzoli - Responsabile Progetto ShoeStyle Lab
In ShoeStyle Lab tradizione e innovazione si fondono per concederci un’esperienza unica: il mondo della scarpa non avrà più segreti per noi grazie al sito web interamente dedicato al progetto e alla diffusione dei suoi contenuti attraverso i Social Network, oltre che ai giochi interattivi, concorsi e mini-exhibit itineranti sul territorio.
Toscolano 1381 - Una carta, una storia, un futuro
Fondazione Valle delle Cartiere
Un’antica cartiera nascosta in una piccola valle fluviale sul Lago di Garda.
Un luogo che racconta la carta, la sua produzione, il suo commercio nel mondo, lo splendore di un’epoca ormai lontana.
L’abilità dei mastri cartai anziani che, oggi come allora, tengono viva una storia fatta di acqua, cellulosa e tanta passione.
Toscolano 1381: una carta, una storia, un futuro vuole tutelare e promuovere la storia e le attività custodite nella vecchia cartiera di Maìna Inferiore, una ex fabbrica incastonata nel cuore della Valle delle Cartiere, fra piante di ulivo e limonaie, a Toscolano Maderno, Comune rivierasco legato da sempre alla storia della carta.
La Fondazione Valle delle Cartiere, insieme ad eccellenti partner come l’Associazione Calligrafica Italiana e l’Accademia di Belle Arti “Santa Giulia” di Brescia, vuole con questo progetto scommettere su un luogo della tradizione a rischio di scomparsa, per far rivivere quelle maestrie artigianali che portarono la Carta di Toscolano ad essere conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo e sulla cui riscoperta la Fondazione vuole credere.
Con questo progetto le abilità manuali, le caratteristiche produttive, i segreti gelosamente custoditi dai mastri cartai saranno tramandati alle nuove generazioni grazie all’avvio di una “Scuola della Carta” che, oltre alla professione di cartaio, insegnerà le tecniche della rilegatura, della calligrafia e svilupperà percorsi di design ed arte che coinvolgeranno studenti da tutta Italia, per valorizzare questo antico centro produttivo, gioiello della Valle delle Cartiere.
Grazie alla Scuola e agli scambi culturali con altri centri della tradizione cartaria, come il famoso Museo della Carta di Fabriano, nell’ex cartiera di Maìna Inferiore gli studenti accademici e delle scuole tecniche impareranno una professione e le abilità necessarie a realizzare quel prodotto di qualità, la carta artigianale di Toscolano, che rischia di scomparire.
Il progetto non è una semplice rievocazione di un antico mestiere, ma piuttosto un programma concreto di rinascita produttiva del piccolo centro cartario, con un percorso di formazione realizzato insieme agli esperti del settore che possa offrire uno sbocco occupazionale per il domani, partendo da una professione di ieri. I prodotti realizzati nell’antica cartiera verranno quindi inseriti sul mercato grazie alla collaborazione con un partner commerciale e al progetto tecnologico che sarà sviluppato. Con un linguaggio moderno e con l’utilizzo delle nuove tecniche di comunicazione mediatica la Carta di Toscolano verrà raccontata al mondo: fotografia 3D, grafica web con enfasi sull’esperienza touch-screen, percorsi sensoriali, contest per giovani video maker, un e-shop multilingua ed una App dedicata alla Carta Artigianale che metta in rete i musei della carta nazionali, raccontando storie e percorsi diversi ma al tempo stesso un prodotto comune.
Arte in luce
Istituto Suor Orsola Benincasa
Napoli. Il Colle San'Elmo domina l'intera città e il suo Golfo. Alle sue pendici la cittadella monastica fondata da Orsola Benincasa nel 1582, 33.000 mq su cui sorgono due chiese, chiostri e giardini pensili del XVI e XVII Secolo, dagli Anni '50 ospita il Museo Pagliara che conserva una parte della collezione di Rocco Pagliara, donata all’Istituto dalle sorelle.
La collezione ha rappresentato con il suo allestimento, per molti anni, l’interesse dell’Istituto, non solo per la conservazione del patrimonio, ma soprattutto per la sua valorizzazione attraverso l’insegnamento della storia dell’arte e della tradizione artigianale alle giovani allieve.
Da tempo il museo, però, è chiuso al pubblico, a causa della scarsità di finanziamenti per la manutenzione ordinaria e straordinaria e per interventi conservativi delle opere, perdendo così la sua primaria funzione educativa e didattica. Inoltre, la lunga chiusura ha determinato l’oblio dalla memoria artistica della città non solo della collezione, ma anche di Rocco Pagliara, eclettico personaggio della Napoli ottocentesca.
Succede così che capolavori di importanti artisti, come El Greco, Bernardo Cavallino, Corot, De Mura, Scoppetta, Morelli solo per citarne alcuni, sono oggi sottratti alla fruizione del pubblico, ormai ignaro dell’esistenza di tale patrimonio.
Per riportare alla luce questa importante collezione, così significativa per la storia e la tradizione napoletana, è necessario avviare la valorizzazione delle opere partendo dal loro recupero conservativo attraverso l’antico e complesso mestiere del restauro, un tempo svolto nelle botteghe artigiane, fatto di segreti, sperimentazioni e tecniche che si sono via via sempre più affinate.
Ancora oggi il restauro ha un ruolo importante e determinante per la conservazione del patrimonio artistico ed è per questo che va sostenuto e diffuso tra le giovani generazioni coniugando insieme le tecniche tradizionali e manuali con le più innovative tecnologie digitali, le quali offrono nuove possibilità di analisi ed intervento sui beni e, al contempo, li pongono nelle più complesse dinamiche di valorizzazione del Patrimonio Culturale.
Nel rispetto del suo antico ruolo formativo e di diffusione della cultura, l'Istituto Suor Orsola Benincasa attraverso il progetto Arte in luce vuole indagare e sviluppare, con metodo scientifico, i meccanismi ancora in luce che connettono in maniera intradisciplinare il fare artigiano e la produzione tecnologica nell’epoca del digitale.
Tutto ciò mediante dispositivi che includano, all’interno dei processi di attuazione della ricerca, forme di fruizione differenziate, rivolte anche alle persone con disabilità ed, in particolare, ai bambini.
L'Istituto propone, quindi, una nuova metodologia di approccio al Patrimonio Culturale inteso come bene attivo, nodo di forze intorno al quale articolare, sovrapponendole, discipline differenti quali la formazione e l’educazione al bello, l’artigianato e l’interna conoscenza dei materiali, le tecnologie digitali per il rilevo tridimensionale dei beni e la loro restituzione mediante dispositivi per la realtà aumentata, l’arte del pensare e dell’immaginare che ha in sé l’amore per le differenze misurate nei luoghi fantastici dei bambini.
Attraverso proiezioni di contenuti interattivi e tridimensionali in prossimità dei manufatti per mezzo di consolle di motion capture, i visitatori, e in particolare le persone con disabilità e i bambini, saranno immersi in scenari digitali ricavati dai contesti e dalle ambientazioni delle opere, sentendosi inclusi nell’opera come dispersi tra i rivoli di significati e valori che essa rappresenta, e ancora sentirla nelle forme attraverso copie tattili realizzate da modelli digitali, mentre gli artigiani e i restauratori mostreranno le tecniche di realizzazione, le qualità dei materiali e l’importanza della cura.
Artigianato e tecnologie saranno colti in un raffinato processo di integrazione, indagando con il fare le possibilità di nuovi mestieri e forme di comunicazioni inclusive, l’arte e l’amore per il bello ne definiranno il passo.
La Fabbrica di Staglieno
Arci Genova, Comune di Genova, Auser Genova e Liguria
Un immenso museo monumentale en plein air, immerso nel silenzio e ingoiato lentamente dalla vegetazione e dall'abbandono. Siamo a Genova e questo è il cimitero di Staglieno, definito da Hemingway «Una delle meraviglie del mondo». Cimitero fra i più grandi d'Europa, ricco di opere di scultori e architetti del XIX secolo, scivolato nell'oblio di una vallata cittadina in crisi economica e ambientale. Alla manutenzione del cimitero lavorano decine di maestri artigiani - marmisti e restauratori - che faticano a trovare un'eredità.
Il progetto La Fabbrica di Staglieno intende riportare vita e lavoro fra i viali e le sculture del sepolcreto, rinnovando l'approccio con cui esso viene rappresentato ai turisti ed alla città e rendendo il lavoro artistico, artigianale e scientifico che vi si pratica uno degli elementi di interesse e vivacità della visita.
L'organizzazione di laboratori, percorsi esperienziali, visite guidate studiate ad hoc per le diverse fasce d'età dei fruitori - oltre che la predisposizione di materiale informativo rinnovato e di uno spazio multimediale - animeranno la rinascita del cimitero come polo culturale, costruendo un vero e proprio eco-museo del restauro anzi “la fabbrica di Staglieno”, uno spazio in costante manutenzione in cui la stessa maestria artigiana è il museo insieme alle meravigliose opere d'arte.
E non si tratta solo di turismo; riportare il cimitero e i suoi mestieri al centro dell'attenzione cittadina concorrerà a restituire dignità e speranza a un territorio sfinito dalla deindustrializzazione e dalle inondazioni e a creare nuove opportunità di lavoro.
Al recupero delle opere d'arte contribuiscono le nuove tecnologie: il progetto, infatti, prevede la georeferenziazione dei monumenti situati nel percorso accessibile e la loro visibilità attraverso tecnologie di realtà aumentata, oltre alla realizzazione di un sito web e di una guida interattiva, all'installazione di pannelli con QR-Code sul percorso e, non ultimo, alla realizzazione di documentari sulle maestrie artigiane coinvolte.
CREZI_FOOD_KIT
Associazione CLAC
«La cucina è il tratto più resistente dell’identità di un popolo.»
Lévi-Strauss
Grande, complesso, ricco di stratificazioni e in continua trasformazione: è il centro storico di Palermo, città simbolo del passaggio dei popoli in una terra, quella siciliana, che ha visto l'incursione di greci, arabi, normanni e porta i segni di questi passaggi, visibili a tutti e testimoniati dalle influenze nell'architettura, nell'arte, nella cultura.
Ma nella Sicilia di oggi non è sempre visibile a tutti il tesoro ereditato da queste antiche influenze e la maestria artigiana comincia a scomparire. Le botteghe della tradizione artigianale mediterranea chiudono con un'unica eccezione: l'enogastronomia. La tradizione culinaria è oggi uno dei pochi settori in crescita, in grado di trainare la produzione artigianale ad esso connessa.
A fronte di un’ultima generazione di vecchi artigiani in cerca di eredi ci sono migliaia di giovani creativi in cerca di lavoro: le tecnologie contemporanee della manifattura digitale coniugate all' artigianato possono essere un'alternativa concreta all'emigrazione. Ma come ridare visibilità e valore ai luoghi e ai saperi artigiani che rappresentano le radici del Made in Italy e sono adesso a rischio di declino, decadimento, estinzione? A questa domanda cerca di rispondere CLAC, giovane impresa di operatori culturali di Palermo, con CREZI _FOOD_KIT.
Ripartire dal cibo, l’unico settore del Made in Italy, anzi "in Sicily", che sembra in questo momento capace di reagire alla crisi e inventare nuovi mercati. L’idea di base consiste nel fare della tradizione enogastronomica siciliana non solo uno dei saperi da valorizzare, ma anche il settore trainante di altre forme di produzione artigianale che rischiano di diventare definitivamente invisibili, così da creare una filiera i cui prodotti si sostengano a vicenda.
CREZI. Come Creative Zisa, il progetto di incubatore per imprese culturali scelte come partner e riferimento. Un progetto “crazy” perché scommette su un settore ad alto tasso di follia creativa.
FOOD. Perché il cibo e il vino hanno guidato la scelta dei saperi invisibili da ritrovare perché trainanti produzioni artigianali in crisi.
KIT. Perché questo progetto è come una cassetta degli attrezzi, un set di strumenti tecnologici creati per connettere tradizione e innovazione.
«Creeremo un'officina artigiana in coworking con annesso incubatore per imprese creative della filiera del cibo, un luogo di lavoro ma anche di condivisione e socialità con al suo interno spazi conviviali, una mostra interattiva, laboratori per adulti e bambini per rendere più smart il "ventre" di Palermo.»
Filippo Pistoia - Responsabile Progetto CREZI_FOOD_KIT
Il progetto prevede, quindi, la creazione di una community attorno alla mappatura del patrimonio artigiano e dei luoghi storici della città di Palermo, un luogo di formazione e produzione ma anche di aggregazione e promozione culturale per residenti e turisti situato all'interno dell'area di architettura industriale dei Cantieri Culturali alla Zisa. Uno spazio ibrido di incontro tra vecchi e nuovi artigiani, che eroga servizi di formazione e accompagnamento allo start-up di imprese creative, propone laboratori e workshop di creazione ed eventi aggregativi di promozione dei prodotti e ospita una mostra multimediale ed uno shop.
Il digitale per rilanciare l'arte nera - La stampa a caratteri mobili si fa bella per coinvolgere la società contemporanea
Cooperativa Sociale Centro di Lavoro S. Calabria
A partire dal 1400, la tipografia a caratteri mobili vanta una prestigiosa tradizione nel territorio Veronese. Un distretto di rilevanza internazionale capace di far esprimere sia grandi aziende, sia centinaia di attività medio-piccole di incredibile qualità.
A causa tuttavia della concorrenza internazionale e della difficoltà di portare avanti un'innovazione sistemica per essere in grado di posizionarsi nel nuovo mercato globale, l'intero distretto è oggi in profonda crisi e ogni anno chiudono circa 20 imprese.
Per rintracciare un esempio di valore e di successo di come viene utilizzata la stampa a caratteri mobili, oggi dobbiamo andare negli Stati Uniti dove è iniziato un importante trend di rilancio della tipografia con stampa a caratteri mobili, promossa dai più sensibili grafici e artisti del digitale.
Una nicchia importante che appassiona milioni di persone in tutto il mondo.
Verona è considerata l’ex capitale mondiale di questo tipo di maestria artigiana: il saper fare del territorio non può esimersi dall'essere ancora oggi protagonista di questo trend culturale che coniuga tradizione e innovazione.
Ecco perché nasce questo progetto, per riaprire un centro tipografico e riattivare un antico torchio Albion per dare vita e diffondere all'arte nera, attualizzata attraverso le più moderne tecnologie.
Il progetto prevede quindi l'innovazione del sistema di distribuzione e dell'accessibilità del servizio tipografico a caratteri mobili per il mercato globale contemporaneo, oltre alla mappatura e attivazione di laboratori tipografici in tutto il territorio.
La Cooperativa Sociale Centro di Lavoro San Giovanni Calabria mira a realizzare un'intensa attività formativa e di sensibilizzazione culturale nel territorio al fine di rendere il mestiere tipografico nuovamente attraente e competitivo con l'obiettivo di rilanciare le antiche tipografie ancora esistenti, di avvicinare i giovani al mestiere e di occupare persone socialmente svantaggiate o diversamente abili.
Infine, verranno realizzati un sito web e un'App mobile con finalità didattiche e commerciali, che consentiranno di diffondere una mappatura dei laboratori tipografici sul territorio e permetteranno agli utenti di effettuare degli acquisti direttamente dal proprio pc o smartphone (e-commerce).