Fondazione Telecom Italia è al fianco di Telecom Italia e Associazione Libera nell’iniziativa Agenda Impegno, concepita per parlare e riflettere su temi di forte responsabilità.
L’iniziativa punta a stimolare - attraverso il proprio spazio sulla Rete - interventi, contributi e discussioni su dodici temi mensili, di enorme impatto emozionale e partecipativo: dal rispetto della Costituzione Italiana al diritto al lavoro, dalla tutela del territorio nazionale alla lotta alla povertà, alle pari opportunità che costituisce il tema di febbraio.
Il tema di febbraio dell’iniziativa #AgendaImpegno è rappresentato dalle Pari Opportunità.Su questo tema abbiamo intervistato Marco Buemi, che dal 2005 a oggi ricopre il ruolo di esperto sui diritti umani e pari opportunità presso l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Oltre ad avere studiato relazioni internazionali alla Stockholm University, dal 2003 al 2005 ha lavorato sempre a Stoccolma per l'Ombudsman svedese contro le discriminazioni. Ha pubblicato con Infinito Edizioni "Birmania oltre la repressione" (2009), "Sudafrica in bianco e nero" (2010) e "Diversamente Svezia" (2011).
Come e quando è nato l'ufficio UNAR e in che ambiti relativi alle pari opportunità opera principalmente? E una curiosità: perché questo nome?«Sono passati ormai quasi dieci anni da quando l’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) è stato istituito con il compito di prevenire, contrastare e monitorare le discriminazioni in Italia. In questi anni, l’Ufficio incardinato presso la Presidenza del Consiglio nel Dipartimento per le Pari Opportunità, si è impegnato a promuovere la consapevolezza dei diritti ed a far emergere le disparità di trattamento, grazie al meticoloso e costante intervento tipico degli equality bodies, nati come strumenti di tutela dalle discriminazioni. Il suo cammino è partito in attuazione della direttiva n. 2000/43/CE, attraverso il Decreto legislativo n. 215 del 2003 e, oggi, rappresenta molto più di uno strumento operativo per la prevenzione ed il contrasto della discriminazione razziale, con il potere di svolgere azioni di tutela dei diritti degli immigrati e delle minoranze etniche e in grado di garantire l’eguaglianza sostanziale tra individui, indipendentemente dal colore della loro pelle, dal genere o dall’origine etnico-culturale. In questi ultimi anni, infatti, l’Ufficio ha ampliato il suo ambito di intervento ad altri fattori di discriminazione, come quelli legati all’appartenenza religiosa, alle opinioni personali, alla condizione di disabilità, all’orientamento sessuale ed all’identità di genere, all’età. Oggi, quindi, è possibile contattare il numero verde dell’UNAR 800.90.10.10 o il sito internet www.unar.it se si è vittime o testimoni di una discriminazione.»
Quali sono le principali azioni condotte nel 2013 e con quali risultati?
«L’azione dell’UNAR durante il 2013 si è concentrata su tre importanti aree di intervento: la Strategia nazionale d’inclusione dei Rom, Sinti e Caminanti; la Strategia nazionale per il contrasto alle discriminazioni per orientamento sessuale ed identità di genere; il Piano nazionale contro il razzismo. Inoltre, per contrastare la discriminazione in fase di accesso al mondo del lavoro, si è creata, fin dal 2007, una opportunità di incontro (Career Forum) tra le aziende e tre categorie di soggetti svantaggiati, diversamente abili, persone di origine straniera e persone transgender, favorendo così un incontro agevolato tra aziende e persone che spesso vengono discriminate nel mondo del lavoro www.diversitalavoro.it.»
Cosa prevedete per il 2014, quali saranno i filoni di azione?
«Il 2014 sarà un anno molto importante per L’UNAR, l’Italia, infatti ospiterà dal 1 luglio al 31 dicembre il Semestre di Presidenza Europeo. Organizzeremo, quindi, degli eventi europei che richiameranno l’attenzione sulle tematiche relative alle pari opportunità, non discrimination e Diversity management.»
Con chi collaborate nella vostra attività?
«Nelle nostre attività collaboriamo con altre istituzioni, con gli enti locali, con le associazioni del terzo settore e con le parti sociali. Proprio con quest’ultime è stata istituita una cabina di regia per elaborare e realizzare azioni positive mirate a diffondere nei luoghi di lavoro, e non solo, gli strumenti di tutela vigenti per accompagnare l’integrazione e l’inclusione dei lavoratori stranieri in un percorso che ne assicuri a tutti i livelli la parità di trattamento e la non discriminazione.»